Come aprire una Fattoria Didattica nelle Marche

Che cos’è una fattoria didattica?

“Una fattoria didattica è un’azienda agricola che, oltre all’attività produttiva agricola, è attrezzata per dedicarsi anche all’attività didattico-formativa e ad accogliere scolaresche, famiglie e gruppi che intendono approfondire la propria conoscenza del mondo rurale.” (Treccani)

Infatti l’articolo 9 della l.r. 21/2011 stabilisce che “l’organizzazione della fattoria didattica consente di accogliere presso l’azienda agricola scolaresche o altri ospiti ed è rivolta:

a) alla conoscenza del territorio rurale, dell’agricoltura e dei suoi prodotti e in generale del legame esistente fra le tradizioni alimentari gastronomiche e il patrimonio storico-culturale;

b) all’educazione al consumo consapevole attraverso la comprensione delle relazioni esistenti fra produzione, consumi alimentari e ambiente, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile;

c) alla conoscenza dei cicli biologici animali e vegetali e dei processi di produzione, trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli in relazione alle attività agricole praticate.

Come aprire un’attività artigiana

Che cosa è una impresa artigiana

Ai sensi dell’articolo 2 della Legge Quadro 443/1985 è imprenditore artigiano colui che esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare, l’impresa artigiana, assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi che si riferiscono alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo.

Mentre l’articolo 3 della stessa Legge 443/85 stabilisce che l’attività artigiana deve essere rivolta alla produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazione di servizi.

Quindi l’imprenditore artigiano, oltre a gestire l’impresa, deve lavorare personalmente ed in misura prevalente nel processo produttivo.

In base all’articolo 4 della Legge 443/85 l’impresa artigiana può essere svolta anche con la prestazione svolta di personale dipendente diretto personalmente dall’imprenditore artigiano, sempre che non superi determinati limiti dimensionali. Le imprese che non lavorano in serie, ad esempio, possono assumere un massimo di 18 dipendenti, il numero può essere elevato fino a 22.

Per l’esercizio di alcune attività artigiane è richiesto il possesso di specifici requisiti tecnico/professionali. Detti requisiti devono essere preliminarmente certificati dalla Commissione Provinciale per l’Artigianato. (Esempi di queste attività sono: l’acconciatore, l’estetista, il tecnico idraulico, l’installatore di impianti, ecc).

Pratiche amministrative e fiscali per aprire una impresa artigiana

L’attribuzione della partita IVA;

L’iscrizione all’Albo Imprese Artigiane, questo comporta l’annotazione dell’imprenditore in una specifica sezione della camera di commercio competente per provincia di appartenenza della sede legale dell’impresa;

L’apertura di una posizione contributiva, cioè l’iscrizione all’Inps, utile per il versamento dei contributi necessari per l’accesso al trattamento pensionistico;

L’apertura della posizione Inail, o meglio l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Dal 1 aprile 2010 tutte queste pratiche devono essere inviate telematicamente tramite il canale “comunicazione unica” al registro delle imprese.

Le caratteristiche dell’Imprenditore

Quali sono le caratteristiche dell’imprenditore?

Quali sono i requisiti per diventare un imprenditore?

L’articolo 2082 del codice Civile descrive l’imprenditore, come colui che “esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi”.

Per legge un soggetto può essere definito imprenditore, colui che: possedendo un’attività economica organizzata, o meglio, con un insieme di fattori produttivi, macchinari, locale e collaboratori, produce beni o servizi, professionalmente, cioè con una certa abitualità e continuità nel tempo, per il mercato.

L’attività di produzione di beni o servizi deve essere rivolta al mercato.

Quindi, l’imprenditore deve possedere le competenze tecniche e specifiche necessarie per produrre i prodotti o i servizi, oggetto della propria attività economica; ma l’obiettivo dell’imprenditore non è creare prodotti o servizi, bensì creare valore per il mercato, creare valore per i propri clienti.

Le competenze tecniche dipendono dalla formazione del soggetto,(aspirante imprenditore), dagli studi effettuati, dalle esperienze lavorative e dai corsi di formazione frequentati.

Le competenze tecniche si possono acquisire o anche migliorare, attraverso dei corsi di studio, attraverso esperienze lavorative o corsi di formazione professionali.

Però, per diventare imprenditore non è sufficiente possedere solamente le competenze tecniche, ma è necessario possedere altre caratteristiche personali:

Prima di tutto la passione, si la passione per il proprio lavoro: amare il proprio lavoro: l’entusiasmo e la convinzione in quello che si fa.

Sentirsi bene e soprattutto sentire la soddisfazione di risolvere un problema, di soddisfare un’esigenza o realizzare il desiderio di un cliente.

Poi c’è la tenacia, perché fare impresa è come correre una maratona, una lunga corsa ad ostacoli.

Bisogna avere la capacità di convivere con l’incertezza, avere un’alta propensione al rischio, perché creare qualcosa di nuovo, innovare, significa viaggiare su una strada mai percorsa.

Il rischio è una componente dell’impresa stessa e spesso è una componente incontrollabile:

(Come l’ambiente, il costo del lavoro, il comportamento dei fornitori, i prezzi delle materie prime, la tecnologia, il comportamento degli acquirenti, il comportamento dei concorrenti, il fisco, la burocrazia e le norme da rispettare,.. in continua evoluzione,.. ma il rischio può dipendere anche dalle scelte gestionali.)

Poi c’è la Visione e la Curiosità dell’imprenditore, la capacità di individuare una opportunità dove altri vedono solo un problema, e l’istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, perché i curiosi hanno la capacità di innovare.

Poi c’è la capacità di adattamento al cambiamento, o meglio, la flessibilità, la capacità di affrontare le novità di un mercato in continua evoluzione.

E quindi la capacità di pianificare e prendere decisioni: per pianificare gli obiettivi e prendere le decisioni in tempo, ovvero la capacità di trasformare obiettivi in strategie.

E anche la motivazione e la persuasione: la capacità di trasmettere, di condividere con i collaboratori, con i fornitori ma soprattutto con i propri clienti, la passione e l’entusiasmo nel proprio lavoro.

Ed inoltre, la capacità di sapersi mettere nei panni dei clienti, dei collaboratori e dei fornitori, o meglio l’empatia, necessaria per risolvere problemi e comunicare con efficacia.

E quindi, la capacità di comunicare in modo efficace con i clienti, con i collaboratori e con gli investitori. Saper comunicare e condividere gli obiettivi, la strategia, la passione e l’entusiasmo.

Ed infine e soprattutto è necessario avere la fiducia in se stessi: essere convinti per convincere gli altri. La capacità di affrontare le difficoltà senza farsi scoraggiare: o meglio la sicurezza.

Concludo dicendo che, l’elenco delle caratteristiche dell’imprenditore, o meglio dell’imprenditore di successo è molto più lungo di quello che ho esposto, ma non è mai troppo tardi per acquisirle, per costruire le capacità, le competenze e le caratteristiche per diventare un imprenditore, un imprenditore di successo.

Come finanziare un’impresa: con il Confidi

Che tu sia un giovane che sceglie di mettersi in proprio, o un imprenditore in fase di espansione della propria attività, richiedere un prestito ad una banca può essere una scelta obbligata ma anche molto difficile.

Di fatto, per ottenere un finanziamento da una banca è necessario esibire almeno una garanzia.

Quindi, conoscere alcuni strumenti che favoriscono l’accesso al credito come i Confidi o il Fondo di Garanzia per le PMI potrebbe essere molto utile.

Infatti la garanzia offerta dal Confidi permette ad aziende e liberi professionisti di accedere al credito bancario e ottenere condizioni agevolate, come ad esempio l’abbattimento del tasso d’interesse.

Che cos’è il Confidi?

Il Confidi è un consorzio che esercita l’attività di garanzia collettiva dei fidi. La sua attività è quella di prestare la propria garanzia verso la banca nel caso che le imprese chiedano dei finanziamenti, in modo da agevolare l’accesso al credito destinato alle attività economiche e produttive.

A chi è rivolto?

A tutte le imprese che hanno bisogno non solo di una garanzia affidabile per accedere al credito, ma anche di far parte di un consorzio di imprese operanti in un determinato settore.
Possono accedere ai servizi dei Confidi operanti nei vari settori tutte le PMI ubicate sul territorio nazionale.

Perché rivolgersi ad un Confidi?

Perché l’impresa si assicura un garante affidabile nella richiesta di credito, assicurandosi molte possibilità in più di accesso ai finanziamenti. L’attività dei Confidi minimizza i rischi per le banche dovuti a eventuali insolvenze dei clienti: per questo l’erogazione del credito è più protetta e agevolata.

Come funziona?

La domanda di garanzia deve essere presentata al Confidi (con cui l’impresa sarà associata) utilizzando la modulistica prevista dalla convenzione appositamente stipulata tra la Banca ed il Confidi stesso. Mentre la banca svolge la propria istruttoria riguardo al finanziamento chiesto, anche il Confidi analizza la richiesta di garanzia per il credito a cui si vuole accedere. Una volta terminata l’istruttoria, la banca invia la propria delibera al Confidi. Acquisita tale delibera, il Confidi comunica sia alla banca che all’impresa richiedente il risultato della propria analisi: se positiva, la garanzia sarà attivata e verrà stipulata l’erogazione del finanziamento garantito all’impresa.

 

Il momento giusto per iniziare

Aprire una nuova attività imprenditoriale significa trasformare idee e passioni in un progetto di impresa, mettendosi in gioco, con spirito d’iniziativa, forza di volontà e soprattutto con molta creatività.

Una delle difficoltà più grandi che troviamo nella realizzazione del nostro progetto è rappresentata dalla scelta del momento giusto per iniziare.

E spesso tendiamo a procrastinare, spostando tutto a data da definirsi…

Purtroppo la crisi economica degli ultimi anni ha cambiato il mondo del lavoro, generando disoccupazione e molta precarietà, e ogni giorno ci accorgiamo che dobbiamo cambiare mentalità e approccio nei confronti del lavoro.

Dobbiamo passare dal “cerco un lavoro” al “mi creo un lavoro”.

E allora, quale è il momento giusto per aprire una attività?

La risposta è che non esiste un momento giusto per fare le cose, l’unico momento giusto è adesso.

Il mio motto è: “Ogni alba porta con se un nuovo giorno, un inizio, il momento giusto per cominciare.”

Tra le più belle frasi e citazioni del Dalai Lama ce n’è una che mi piace molto ricordare : “Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.”

E come scrisse Napoleon Hill in Pensa e arricchisci te stesso: “Molti di noi passano la vita come dei falliti, perché siamo in attesa del ‘momento giusto’ per iniziare a fare qualcosa di utile.

Non aspettare. Il momento non potrà mai essere quello ‘giusto’.

Inizia dove ti trovi, e lavora con qualsiasi strumento tu possa avere a disposizione, e troverai migliori strumenti mentre stai proseguendo.”

Purtroppo il contesto in cui viviamo non è favorevole alla nascita di nuove imprese, e le condizioni che pensiamo debbano esserci non ci sono.

Ma volendo ricordare una delle più belle frasi di Mahatma Gandhi:

La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.”

Quindi, perché fare impresa adesso?

° senza nessun segnale di ripresa economica;

° senza aspettare che passi la crisi;

° senza aspettare che l’ambiente sia favorevole al nuovo progetto;

° senza i finanziamenti necessari ad aprire una nuova attività;

° Senza aspettare il “famoso” momento giusto.

Perché fare impresa risponde alle nostre motivazioni più profonde:

  1. Creare un nostro lavoro;
  2. Trasformare le nostre passioni in lavoro;
  3. Realizzare la nostra idea di impresa;
  4. Valorizzare le nostre competenze e professionalità;
  5. La soddisfazione di creare qualcosa di nuovo;
  6. Mettersi in gioco;
  7. Affrontare nuove sfide.

Quindi prendiamo carta e penna e iniziamo a descrivere le nostre motivazioni, le nostre passioni, le nostre competenze e professionalità, ma soprattutto iniziamo a costruire il nostro futuro, il nostro progetto di impresa.

Buon giorno momento giusto, adesso puoi arrivare.      

Piergiorgio Cianitto