Il nostro impegno

Il nostro territorio, le Marche, l’Italia intera, ha bisogno di noi, del nostro impegno, del nostro lavoro, della nostra creatività, della nostra fantasia, ma soprattutto della nostra forza.

Perché noi abbiamo la forza di metterci in gioco e lottare per la realizzazione delle nostre idee, dei nostri progetti, dei nostri sogni.

In un famoso discorso all’Università di Stanford Steve Jobs pronunciò la sua celebre frase “Siate affamati, siate folli”.

Perché anche noi siamo affamati (e dobbiamo essere affamati di conoscenza, sapere, esperienza) e folli (dobbiamo osare per il nostro benessere e per realizzare i nostri sogni).

Quindi, dobbiamo sviluppare le conoscenze per realizzarci al meglio.

La formazione e aggiornamento costante sono la chiave del successo.

E comunque, va detto che, i migliori imprenditori sono quelli che hanno la forza di mettersi in gioco e lottare per la realizzazione delle proprie idee.

Come Edison diceva “Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica

Come possiamo trasformare un sogno in un progetto fattibile?

Per farlo, dobbiamo cercare di risponder a queste domande:

1) Come descriviamo il nostro prodotto/servizio? Con quali dettagli?

2) Quali necessità soddisfa questo prodotto? Quale problema risolve? oppure Quale desiderio realizza?

3) Quali sono i nostri potenziali clienti? (Chi è disposto a pagare per ricevere il nostro bene o servizio?)

4) In quale settore ci inseriamo? Quali sono i nostri concorrenti? In cosa ci differenziamo rispetto a loro?

Se riusciamo a rispondere a queste domande il nostro progetto inizierà a prender forma.

Piergiorgio Cianitto

Le Marche di Guido Piovene

Guido Piovene, è stato uno scrittore e giornalista italiano, vissuto tra il 1907 e il 1974, celebre per aver scritto Viaggio in Italia, una straordinaria guida letteraria del nostro Bel Paese.

Nel suo reportage di viaggio, Guido Piovene si soffermò a descrivere il paesaggio marchigiano.

Di seguito ho trascritto alcune parti del capitolo che Piovene ha dedicato alle Marche:

Le Marche sono un plurale. Il nord ha tinta romagnola; l’influenza toscana ed umbra è manifesta lungo la dorsale appenninica; la provincia di Ascoli Piceno è un’anticamera dell’Abruzzo e della Sabina. Ancona, città marinara, fa parte per sé stessa. In uno spazio così breve, anche la lingua muta e ha impronte romagnole, toscane, umbre, abruzzesi, secondo i luoghi. Tanti diversi spiriti ed influenze, palesi anche nel paesaggio, sembrano distillarsi e compenetrarsi nel tratto più centrale, in cui sorgono Macerata, Recanati, Loreto, Camerino. Nessuna città marchigiana ha un vero predominio nella regione. Verso Bologna gravita il pesarese e parte dell’anconetano; il resto verso Roma, supremo miraggio per tutti.”

Più ancora dell’Emilia e dello stesso Veneto, le Marche sono la regione dell’incontro con l’Adriatico. Questo piccolo mare qui si spiega più intimo, più libero e silenzioso, con i suoi colori strani, che lo fanno diverso da tutti i mari della terra. Parlo di certi verdi freddi, grigi traslucidi, azzurri striati di rosso, che ricordano i marmi pregiati e le pietre dure. A differenza del Tirreno, l’Adriatico ha colori rari ed eccentrici, il gusto dell’anomalia. Si direbbe che le acque si propongano di imitare materie preziose ed estranee. E la collina marchigiana, volgendosi verso l’interno, è quasi un grande e naturale giardino all’italiana.”

Se si volesse stabilire qual è il paesaggio italiano più tipico, bisognerebbe indicare le Marche, specie nel maceratese e ai suoi confini.”

L’Italia nel suo insieme una specie di prisma, nel quale sembrano riflettersi tutti i paesaggi del Terra, facendo atto di presenza in proporzioni moderate e armonizzandosi l’un l’altro.”

Qui abbiamo l’esempio più integro di quel paesaggio medio, dolce, senza mollezza, equilibrato, moderato, quasi che l’uomo stesso ne avesse fornito il disegno.”

L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo. Le Marche dell’Italia.

Un viaggio nelle Marche, non frettoloso, porta a vedere meraviglie.”